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Il caffè raccontato dal torrefattore....

Invenzione della macchina per caffè

Facciamo un salto indietro nel tempo per scoprire come è nato uno degli elettrodomestici più apprezzato dagli Italiani

Se il caffè espresso è diventato così popolare, amato e diffuso anche al di fuori dei confini italiani, è certamente anche per la praticità e velocità della sua preparazione. Con le moderne macchine per espresso bastano veramente pochi secondi per poterne gustare una tazzina, sia a casa che al bar. Come molte delle nostre abitudini ci sembra un gesto scontato e banale, ma dobbiamo pensare che fino a meno di due secoli fa la preparazione del caffè avveniva con tempi e metodi molto diversi. A chi dobbiamo l’invenzione della macchina per caffè, oggi per noi irrinunciabile?

Angelo Moriondo: la geniale intuizione

Invenzione della macchina per caffè

Poche persone ne conoscono il nome, eppure dovrebbe essere considerato una sorte di eroe nazionale, visto quanto siamo affezionati al nostro espresso. Angelo Moriondo, Torinese classe 1851, è colui al quale dobbiamo la geniale intuizione di creare una macchina in grado di produrre più caffè in tempi ridotti.

Proveniente da un’agiata famiglia di imprenditori, proprietario a sua volta di un Hotel e di un Cafè nella vivace scena Torinese di fine ‘800, non ci mise molto a realizzare che il caffè era una delle bevande più richieste e apprezzate dai clienti delle sue strutture. Solo che a quel tempo per ottenere un caffè attraverso il processo di infusione servivano preziosi minuti: non un grande problema per la clientela rilassata che si sedeva ai tavolini leggendo un quotidiano, ma poco adatta a commercianti e imprenditori più di fretta, o alle giornate con un grande numero di consumatori. Come poter ottimizzare la preparazione della tanto richiesta bevanda? La soluzione non poteva che essere una macchina con la quale poter preparare un maggior numero di caffè in un arco di tempo ridotto. Il 1884 fu per Moriondo l’anno ideale per presentare il frutto dei suoi esperimenti: si teneva infatti a Torino l’Expo Generale, l’occasione perfetta per presentare ad un ampio pubblico nazionale e internazionale i suoi “nuovi apparecchi a vapore per la confezione economica ed istantanea del caffè in bevanda”.
Il primo “apparecchio” per preparare caffè in maniera espressa era un grande cilindro in grado di contenere 150 litri d’acqua. Aveva al suo interno una caldaia in ottone che un fornello a gas provvedeva a mantenere in pressione. Sui lati erano posizionati gli scompartimenti per contenere il caffè torrefatto. Azionando un rubinetto, l’acqua raggiungeva velocemente il contenitore attraverso una serie di serpentine et voilà, il caffè era pronto. Era nato l’Espresso, con brevetto ufficialmente rilasciato il 16 maggio 1884.

Il macchinario per la preparazione del caffè attrasse le attenzioni di molti presenti all’esposizione e Moriondo avrebbe certamente potuto costruire una fortuna grazie alla sua geniale invenzione. Decise invece di utilizzare la macchina da lui inventata solo in poche strutture (hotel e cafè) di sua proprietà, nell’ottica di offrire ai suoi clienti un servizio esclusivo. Fu così che il brevetto passò in altre mani che ne decretarono la diffusione sui mercati.

Luigi Bezzera e Desiderio Pavoni: due nomi importanti nella storia dell’invenzione della macchina per caffè

 

Se è di Angelo Moriondo la prima intuizione con conseguente brevetto della macchina per produrre più caffè più velocemente, è ai Milanesi Luigi Bezzera e Desiderio Pavoni che si devono la commercializzazione e l’industrializzazione del prodotto che ha rivoluzionato le abitudini degli Italiani.
Luigi Bezzera perfezionò il modello di Moriondo a livello meccanico e consentì l’uso del brevetto all’amico e imprenditore Desiderio Pavoni. Dotato di grande spirito innovatore e di indiscusse abilità commerciali, Pavoni fonda la Pavoni S.p.A., che sarà la prima industria a realizzare macchine per espresso in serie. Il primo modello prese il nome di “Ideale” ed era macchina per espresso in ottone cromato a sviluppo verticale, con una caldaia mantenuta in pressione da un fornello a gas. Le richieste del mercato aumentarono di mese in mese, garantendo all’azienda meneghina un grande successo e a tanti Italiani la possibilità di gustarsi un caffè in tempi brevi.

Achille Gaggia: dobbiamo dire grazie a lui per la deliziosa crema dell’espresso

Se con Moriondo, Bezzera e Pavoni si erano gettate le basi per la produzione di macchine in grado di produrre caffè velocemente, è ad Achille Gaggia che si deve il brevetto che perfezionò il metodo di preparazione fino ad ottenere espressi più gustosi e cremosi.
Fondamentale per questo processo fu l’esperienza di Gaggia nel caffè di famiglia, il “Caffè Achille” a Milano. Osservando abitudini e gusti dei propri clienti, capì che se già così l’espresso era molto apprezzato, aggiustando dei dettagli nel gusto e nella corposità sarebbe diventato ancora più amato. Aiutato dall’ingegnere Antonio Cremonese, Gaggia creò un sistema a torchio (battezzato “Lampo”) in grado di sfruttare non più la pressione del vapore, ma direttamente quella dell’acqua. Grazie a questa modifica, il cui brevetto fu depositato nell’anno 1938, il sapore della bevanda ottenuta risultava più gradevole, e fece inoltre la sua prima apparizione la cremina sulla superficie della tazza. Ci siamo, fa il suo ingresso nella storia l’espresso quasi identico a come lo conosciamo oggi.

invenzione della macchina per caffè

Oggi premere un tasto ed ottenere un caffè in pochi secondi ci sembra il gesto più banale del mondo, ma l’invenzione della macchina per caffè è stato un avventuroso viaggio che ha visto protagonisti uomini capaci e appassionati, probabilmente neppure pienamente consapevoli della portata che le loro intuizioni avrebbero avuto nei secoli a venire.

Se le macchine per espresso sono quindi ormai ampiamente disponibili sul mercato, chiaramente con diversi livelli di qualità (noi consigliamo DeLonghi), ciò che può fare una grande differenza è la qualità del caffè.
Scegliere cialde, capsule, grani o miscele provenienti da Torrefazioni Artigianali come la nostra significa assicurarsi di bere un prodotto gustoso, etico, creato con sapienza e passione da mani esperte.
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