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Il caffè raccontato dal torrefattore....

caffè e arte

Il caffè nel cinema

L’Italia è un paese conosciuto in tutto il mondo per vizi e virtù: preferiamo ovviamente soffermarci sulle seconde, e tra esse spiccano senza dubbio l’arte e la tradizione culinaria. Questi sono due degli aspetti che più ci caratterizzano e che attirano ogni anno viaggiatori da ogni parte del mondo.

Nello sconfinato universo dei sapori Italiani, tra le bevande calde c’è un unico, insostituibile protagonista: il caffè.
Vogliamo esplorare i modi in cui arte e caffè si intrecciano e si incontrano: nei libri, nei dipinti oppure sugli schermi, si celebra il connubio tra due delle anime più caratterizzanti della nostra meravigliosa cultura.
Iniziamo dallo scintillante e entusiasmante mondo del cinema!

Caffè e Settima Arte

Il cinema è un’arte che possiamo definire “giovane”: ha mosso infatti i suoi primissimi passi soltanto alla fine del 1800. 

Certo da allora ne ha fatta di strada, affermandosi come una delle forme più apprezzate e accessibili ad un pubblico veramente vastissimo.

E poteva il caffè non comparire innumerevoli volte in questa arte così popolare, visto il ruolo assolutamente predominante che ha nella vita di tutti noi? Gli esempi sarebbero infiniti, noi vogliamo concentrarci su alcune chicche del cinema nostrano, dove l’espresso compare spesso come co-protagonista.

“La banda degli onesti” – 1956

Film diretto da Camillo Mastrocinque e interpretato dall’inarrivabile Totò assieme al compagno di tante avventure Peppino de Filippo. Nella scena in questione, i due si trovano proprio al bancone di un bar ed ordinano due caffè. Totò, con il suo stile comico unico, utilizza le due tazzine per spiegare la filosofia del capitalismo, in maniera un poco sconclusionata e al tempo stesso esilarante, com’è tipico di molti suoi personaggi. Alla fine, il caro Signor Lo Turco il caffè neppure riuscirà a berlo, tanto è amaro e raffreddato! Una scena fra le molte che ha reso questa coppia una delle più amate del cinema di tutti i tempi.

caffè e arte
Scena tratta dal film "La Banda degli Onesti" di Camillo Mastrocinque, con Totò e Peppino

“Cafè Express” – 1980

In questa pellicola diretta da Nanni Loy l’amata bevanda dà corpo a tutta la trama. La storia ha come protagonista Michele Abbagnano (interpretato da Nino Manfredi), un invalido Napoletano che per sopravvivere si improvvisa venditore abusivo di caffè su una tratta ferroviaria notturna. In effetti, riuscite ad immaginare una merce più gradita su un treno notturno?! Qui il caffè è parte integrante del racconto, attorno lui si muovono uomini e storie, e non è un caso che il film si sia aggiudicato il Nastro d’argento al migliore soggetto.

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Scena tratta dal film "Cafè Express" di Nanni Loy, con Nino Manfredi

“Pensavo fosse amore… invece era un calesse” – 1991

Diretto e interpretato da un altro mostro sacro del cinema, Massimo Troisi, questo film narra di una storia d’amore come mille altre,
che ci regala però un finale a sorpresa (visto che parliamo di un classico, il rischio spoiler è bassissimo!) con un non-matrimonio.
Il caffè è protagonista due volte: la prima appare visivamente sullo schermo, quando una ragazzina lo utilizza per tentare di avvelenare il protagonista Tommaso, “colpevole” di non ricambiare il suo sentimento. Tentativo fallito, per fortuna, in quanto l’uomo trasportato in ospedale riuscirà a salvarsi.
La seconda volta che l’espresso gioca il suo ruolo è nella famosa scena finale. Tommaso non si presenta all’altare per il matrimonio perché, non sa come, non ama più la futura sposa, Cecilia. Dopo la cerimonia saltata i due si vedono in un bar quasi come se niente fosse accaduto, e lei al suo arrivo ordina appunto un caffè.
Una cosa talmente ordinaria eppure speciale, perché segnala come tra i due non ci sia astio ma al contrario un pensiero condiviso su come il matrimonio non avrebbe fatto al caso loro. La tazzina non farà in tempo ad arrivare sullo schermo prima dello sfumato finale, ma il momento racchiude al tempo stesso semplicità e straordinarietà, bellissimo.

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Scena tratta dal film "Pensavo fosse amore... invece era un calesse", di e con Massimo Troisi

“Caffè” – 2016

Ci avviciniamo un po’ ai giorni nostri con questa pellicola diretta da Cristiano Bortone, sicuramente meno mainstream.
Qui il caffè è il fil rouge che corre attraverso tre storie diverse ambientate in Italia, Belgio e Cina, presentandosi allo spettatore sotto forme e aspetti diversi. In Italia è l’anima del lavoro del giovane protagonista, che cerca in ogni modo di far fronte ai bisogni della sua famiglia. In Belgio una caffettiera d’argento rubata dà vita ad uno scontro razziale tra due mondi lontani. In Cina lo si usa per affrontare il vitale tema della protezione ambientale (argomento particolarmente caro a noi di Trinci, da sempre sostenitori del marchio Fair Trade). “Nero come la notte, caldo come l’inferno, dolce come l’amore”, queste le parole introduttive del trailer che narrano in pochi e semplici termini la grandezza di questo prodotto e di tutto ciò che è ad esso correlato.

Scena tratta dal film "Caffè" di Cristiano Bortone

I momenti nei quali caffè e arte si incontrano e l’espresso con tutto ciò che è collegato al suo universo appaiono in scena sarebbero chissà quanti altri, anche solo immaginare di stilare una lista è davvero impossibile. Questo perché pochi altri elementi ci definiscono e fanno parte della nostra tradizione e routine in maniera così forte.
Concludiamo questa nostra personale selezione con le parole recitate dalla nostra diva Sophia Loren, che nel 1967 prende parte alla trasposizione cinematografica della commedia di Eduardo de Filippo “Questi fantasmi”. Nei panni di Maria ci dice: “a tutto rinuncerei tranne che a una tazzina di caffè, presa tranquillamente fuori dal balcone”.
Non è così per la stragrande maggioranza degli Italiani? Scommettiamo di sì!

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